Quando pensiamo alle innovazioni che hanno avuto un impatto concreto nelle nostre vite, è probabile che l’avvento dei social network venga nominato. Nati come un mezzo per riprendere i contatti con i nostri conoscenti o creare nuove amicizie, si sono velocemente imposti come uno strumento di business.
Ne abbiamo parlato con Francesco Fiore, docente e formatore aziendale in ambito Web Marketing, Social Network e tecniche di comunicazione. Fiore, professionista con un’esperienza pluriennale come Social Media Manager e Web Editor, ci ha dato qualche consiglio per muoverci meglio in questo mondo in continua evoluzione.
Ci sono differenze tra il pubblico di Instagram e quello di Facebook da considerare quando gestiamo il profilo della nostra azienda?
“In Italia il pubblico di Facebook è mediamente più maturo e frequenta la piattaforma per aggiornarsi e cercare nuove informazioni. Quello di Instagram è molto più giovane e per la maggior parte disimpegnato; entra sulla piattaforma per distrarsi, seguire qualche influencer oppure aggiornarsi su brand e nuovi prodotti.
Dovendo fare un confronto in termini di attenzione alla marca e all’acquisto, direi che Instagram ha un pubblico già predisposto verso l’e-commerce, ma Facebook è un social più maturo, in cui si può informare e costruire la credibilità del proprio brand.”
Quali sono gli errori più comuni in cui si può incappare quando gestiamo i nostri social?
“Uno degli errori più classici è non approfondire i risultati, non fare analisi, scouting o esaminarli a fondo.
Un altro errore è utilizzarli solo per farsi autopromozione. Non possiamo, almeno al momento, considerarli come strumenti di vendita, ma come un mezzo per relazionarsi con il pubblico. Dobbiamo dare valore ai nostri contenuti, informare chi ci legge.
I social sono usati soprattutto in chiave ludica e se si esagera con i post promozionali, si tende ad allontanare gli utenti.”
In che modo Facebook e Instagram sono cambiati negli ultimi due anni? La pandemia ha influito sull’approccio di utenti e aziende?
“La prima grande variazione è stato l’incremento del tempo passato sulle piattaforme e dell’uso della messaggistica diretta, che ha permesso di bypassare i limiti fisici imposti dal lockdown.
Durante la pandemia tanti esercizi commerciali e aziende hanno smesso di comunicare: alcuni erano chiusi; altri non sapevano cosa raccontare. Questa pausa forzata ha fatto sperimentare un calo di reach con la conseguente necessità di ricostruire la propria audience e una flessione dei risultati.
Ultimamente le notizie d’attualità hanno monopolizzato l’attenzione; chi non ha saputo trovare agganci con questi argomenti ha ridotto la propria copertura ed i suoi contenuti hanno perduto d’efficacia.”
In che modo nuove tendenze come il Metaverso o social come Tiktok stanno influenzando e influenzeranno in futuro Instagram e Facebook?
“L’arrivo di Tiktok ha portato con sé la nuova tendenza di video brevi ed efficaci, a cui Instagram e Facebook si sono velocemente adattati, aggiungendo la possibilità dei Reel. È un cambiamento a cui assistiamo anche adesso: questo genere di video fa molte visualizzazioni e crea engagement, difficilmente replicabile con tipo di contenuto diverso.
La Realtà Aumentata e il Metaverso, invece, non modificheranno solo le piattaforme ma il modo in cui ci approcciamo ai social e alla nostra vita.
L’esperienza online, in un futuro molto prossimo, diventerà totalmente immersiva. Il primo step saranno riunioni in cui, grazie a degli avatar e all’uso delle visiere, ci siederemo tutti intorno a un tavolo, nonostante la distanza fisica.
Non si tornerà più indietro, è qualcosa che esiste già, il suo utilizzo deve solo allargarsi a una platea più ampia.”
In un mondo in continuo mutamento, quanto è importante la formazione?
“Mai come ora è importante continuare a imparare e aggiornarsi, meglio se iscrivendosi ad alcuni corsi, perché da soli risulta molto difficile colmare i gap.
Sembra banale, ma, ad esempio, chi vuole lavorare con i social deve essere un appassionato, frequentandoli assiduamente. Se non li usiamo prima personalmente, non saremo mai in grado di usarli professionalmente e portare valore. Bisogna metterci la faccia e giocare in prima persona; l’esperienza maturata durante il nostro personal branding sarà un beneficio quando interagiremo in modo professionale.