Di recente si parla molto di riduzione della settimana lavorativa dato che Intesa Sanpaolo sta tentando con i sindacati di riorganizzare la settimana di lavoro in 4 giorni, per 9 ore lavorative ciascuno. Nella proposta, la scelta del giorno “libero” sarebbe volontaria, con la possibilità di variare le giornate lavorate nel corso della settimana, dal lunedì al venerdì, in accordo con il proprio responsabile.
Proposto come un rimedio al burnout, questo tipo di cambiamento è già stato adottato in via sperimentale da diverse aziende e governi esteri e i risultati hanno sottolineato una serie di importanti benefit, come una gestione più equa ed equilibrata del rapporto tra lavoro e vita privata, un miglioramento generale della salute psicofisica e un incremento della produttività del dipendente.
Meno ore spingono a pensare in termini di risultati e non di quanto tempo passo a lavorare, rendendo il lavoro più smart; meno giorni costringono ad aumentare la produttività e la favoriscono.
Tuttavia, resta il fatto che per avviare questa proposta bisogna essere ben pronti a questa evoluzione e cambiare radicalmente la cultura sul lavoro tipica del nostro paese: cultura caratterizzata dall’idea che più ore passi a lavorare, più sarai un buon esempio e un buon dipendente.
Un percorso non certo facile, una strada tortuosa, ma che potrebbe rappresentare un cambio radicale all’interno del sistema impresa.
Poco tempo fa si diffidava anche dello smartworking, mentre oggi ci chiediamo se è meglio lavorare 4 giorni a settimana facendo un’ora in più al giorno, se è preferibile la massima flessibilità oppure i confini orari per rendere il lavoro più produttivo e smart.
Il focus dovrebbe essere puntato non sulla quantità di ore che si passa davanti allo schermo del PC e nemmeno sulla pretesa di far lavorare tutti nello stesso momento, ma sulla qualità e sul raggiungimento di un certo obiettivo.
Porsi periodicamente dei traguardi da raggiungere nel breve e lungo periodo e fissare degli obiettivi professionali non solo imposti, ma condivisi e sentiti dallo stesso dipendente, aumenta il grado di produttività di ogni lavoratore e, di conseguenza, dell’intera azienda.
I risultati migliori si hanno proprio quando i dipendenti si sentono parte del progetto aziendale, ne conoscono i minimi particolari, sono immersi in un ambiente lavorativo friendly, stimolante, in un clima di crescita continua, di condivisione, tanto da sentirsi apprezzati e continuamente stimolati.
Ma cosa dovrebbe fare un’azienda per cominciare a lavorare in questa direzione?
Per prima cosa bisogna diffondere e condividere con l’intera popolazione aziendale questa necessità di cambiamento: ognuno si deve sentire partecipe e autore dell’evoluzione in atto, condividendo e contribuendo attivamente alla sua attuazione.
Seconda fase sarà la definizione di un programma di cambiamento tenendo sotto stretta osservazione il rischio che il singolo possa percepire gli obiettivi come strumenti di controllo e non come occasione per raggiungere, attraverso forme cooperative, risultati nuovi, diversi e riconosciuti.
È opportuno definire logiche di priorità ben chiare per fare in modo che gli stessi lavoratori diano un senso e un significato valoriale a ciò che fanno.
Si passa ora a ridisegnare nuovi modelli organizzativi guidati dalla pianificazione, attuazione e monitoraggio di tutti gli step operativi necessari.
Un programma di cambiamento non porterà a risultati durati se non accompagnato dalla crescita personale e professionale delle persone: è opportuno attivare quindi dei processi di formazione per attivare le competenze di ciascuno, sia quelle di natura tecnica sia quelli comportamentali.
Si tratta quindi di un processo che deve essere ben organizzato, strutturato, che deve tenere in considerazione fattori di diversa natura e che deve comportare un cambiamento prima di tuytto culturale, interiorizzato e fatto proprio da ciascun dipendente.
Alla luce di queste considerazioni, diventano fondamentali percorsi di cambiamento organizzativo, e progetti formativi che portino il team a lavorare insieme verso la stessa direzione in modo sereno ed efficace.