Come gestire il mix generazionale in azienda

L’attuale range di età nella forza lavoro oggi è più ampio che mai: per la prima volta nelle aziende convivono cinque generazioni diverse: un mix di età che porta con sé valori, esperienze e aspirazioni differenti.

Il modo con cui si manifestano le differenze tra le varie generazioni influenza notevolmente le imprese: gestire adeguatamente il gap generazionale può essere uno stimolo alla crescita, all’innovazione e al successo.

Conosciamo più da vicino queste cinque generazioni:

  • Generazione silenziosa: comprende coloro nati tra il 1925 e il 1945, sono conosciuti come la più grande generazione. Sono noti per il loro sacrificio, il senso del dovere, il rispetto per l’autorità e la visione del lavoro come ricompensa. Hanno grande predilezione per la comunicazione formale, sia essa scritta o face-to-face.
  • Baby boomers: nati tra il 1946 e il 1964. Apprezzano la competizione, amano la comunicazione efficace, danno molto valore alle relazioni umane e attualmente stanno pensando alla pensione, se non l’hanno già raggiunta. I Boomers si collocano adesso nel top management, sono meno formali sul posto di lavoro ma continuano a preferire anch’essi il confronto face-to-face.
  • Generazione X: comprende le persone nate tra il 1965 e il 1980. Questa è la generazione più piccola, inserita tra boomers e millennials. E’ stata la prima generazione a parlarci dell’equilibrio tra lavoro e vita privata e la prima a chiederlo davvero sul posto di lavoro Hanno una maggiore apertura mentale e sono i primi ad esser cresciuti con le nuove tecnologie. Scelgono il lavoro in base alla possibilità di avanzamento della propria carriera.
  • Millenial: nati tra il 1981 e il 1995, sono incredibilmente pragmatici, pieni di speranza e determinati. Sono alla ricerca di un luogo che si adatti ai loro valori personali e nel quale possano crescere, per questo cambiano spesso lavoro. Comunicano attraverso le tecnologie, in modo rapido e tendono a vivere molto più a lungo in casa con i genitori.
  • Generazione z: all’interno della quale troviamo coloro nati tra il 1996 e il 2012, i nostri stagisti, futuri laureati e futuri colleghi. Non hanno mai conosciuto un momento in cui la tecnologia non fosse presente in casa, ricercano molto l’autonomia e si aspettano dal lavoro sicurezza e stabilità. Sono individui iperconnessi e prediligono un messaggio al colloquio face-to-face. Sono abili a trovare soluzioni rapide ai problemi, anche se prediligono la rapidità rispetto all’accuratezza della soluzione.

Un contesto simile è ricco di numerose opportunità, ma presenta altrettante sfide:

  • Difficoltà di comunicazione
  • Stereotipi negativi
  • Valori ed aspettative variabili: sicurezza e stabilità vs scopo ed equilibrio vita-lavoro
  • Differenti stili di lavoro ed esperienze: tradizionalisti vs innovatori

Questo mix di generazioni si trova a condividere, spalla a spalla, lo stesso luogo di lavoro e a raggiungere i medesimi obiettivi aziendali, ma si caratterizza per esperienze, esigenze, aspirazioni differenti.

I codici lingusitici sono diversi, così come i riferimenti culturali e simbolici.

Tutti elementi da gestire in modo adeguato per aumentare la produttività, l’innovazione e la crescita. Ma come?

Non si tratta di cadere nella trappola di scommettere su una generazione piuttosto che su un’altra, ma occorre invece creare un modello di risorse umane all’insegna della valorizzazione della diversità, dove ogni generazione sia messa nelle condizioni di esprimere al meglio se stessa, il proprio talento e i propri punti di forza. Ciò significa che la gestione di un personale così vario deve diventare parte, in un’ottica di medio periodo, del piano di organizzazione aziendale.

Alcuni tips mirano a:

  • Generare consapevolezza: presa di coscienza da parte di ogni dipendente delle proprie e distintive caratteristiche
  • Mantenere alta l’inclusività, dare quindi ad ognuno modo di esprimere le proprie opinioni e sviscerare insieme eventuali problemi che possono emergere.
  • Costruire un dialogo tra generazioni: continuo scambio di conoscenze ed esperienze diretto a migliorare le performance aziendali.

Il tema della diversità generazionale non è più rimandabile, perché il futuro inizia adesso e le piccole e medie imprese italiane hanno tutti gli strumenti per affrontare con successo questo mix di età che, se ben gestito, è destinato ad arricchire l’azienda stessa.

All’interno di questo contesto il ruolo dell’Hr Manager appare essenziale. È chiamato ad uno sforzo non indifferente, per far convivere e valorizzare ognuna di queste generazioni.

Fondamentale sarà la programmazione di percorsi formativi personalizzati per ridurre il gap digitale tra generazioni e pianificare progetti formativi appositi per i manager dei team, affinché siano pronti a gestire gruppi di lavoro con linguaggi, forme di comunicazione, abitudini e modi di ragionare diversi.

In quest’ottica, Italo Academy propone tre percorsi formativi che mirano supportare le aziende nella gestione di un potenziale multigenerazionale:

Vuoi saperne di più? Scriveteci su segreteria@italo-group.com e vi contatteremo per conoscervi e soddisfare al meglio le vostre esigenze.