L’evoluzione in azienda

A lungo si è sottovalutato l’impatto di una buona organizzazione dell’ampia gamma di persone e servizi che popolano l’azienda sul suo effettivo successo: questo tipo di ambienti ormai richiedono supporto tecnologico, servizi di governance trasparenti, ma anche apprendimento costante ed un’estrema capacità di adattamento.

 Una sfida che a quanto pare le vecchie strutture gerarchiche non sono capaci di sostenere perché non tengono conto della diversità cognitiva e varianza richiesta dalle piattaforme per esplorare, imparare ed evolvere continuamente.

Come funziona?

Il modello si chiama Rendanheyi e si fonda sulla teoria dei sistemi adattivi complessi per offrire un approccio radicalmente nuovo per liberare la passione, il potenziale e l’imprenditorialità degli esseri umani che vivono all’interno ed intorno all’azienda.

Questi sono i suoi tre obiettivi principali:
– Trasformare ogni dipendente in un imprenditore
– Ridurre a zero la distanza tra dipendenti e utenti
– Fare dell’azienda il centro energetico di un ecosistema web-centrico in costante espansione

Coinvolgere e responsabilizzare i propri dipendenti fa sì che aumenti la loro autonomia, loro sono i diretti responsabili dei propri compiti e delle decisioni prese.

Questo porta ad un’organizzazione decentralizzata, senza gerarchie, ma più distribuita: ogni team diventa una sorta di cellula, una fetta dell’azienda ben strutturata e coordinata, del tutto autonoma nel portare avanti il lavoro quotidiano in base alle esigenze del mercato.

Ovviamente questo prevede una condivisione degli obiettivi, allineati con le esigenze e le aspettative dei clienti: tutti lavorano come se fossero i proprietari dell’azienda.

Si forma così un ecosistema di start up personalizzate che favorisce innovazione, agilità e ingaggio, aumentando la responsabilità individuale e l’impegno verso il successo collettivo.

Un esempio pratico

Haier è un’azienda cinese che opera nel settore degli elettrodomestici e rappresenta l’esempio più eclatante e di successo: l’adozione di questo modello ha portato l’azienda dall’orlo del fallimento al divenire leader mondiale nel suo campo.

I dipendenti Haier si autogestiscono e si auto organizzano in un network di microimprese, che si fondono tra loro per formare microcomunità di ecosistemi o EMC, che rispondono direttamente alle esigenze degli utenti.

L’adozione di questo modello richiede innanzitutto la rinuncia ai poteri, compresi i processi decisionali (l’assunzione, il licenziamento e la fissazione dei compensi), che bisogna delegare alle microimprese stesse, rinunciando al controllo tradizionalmente assegnato ai capi.

Tutti sono coinvolti allo stesso modo nel processo di generazione di valore, sia all’interno sia all’esterno dell’azienda.

In un’intervista, Zhang consiglia di iniziare a usare Rendanheyi a partire da una funzione, invece che di implementarlo ovunque, e solo dopo il successo in piccoli settori del business si può pensare di scalare il modello in tutta l’organizzazione.

L’elemento segreto?

L’apprendimento continuo: le persone devono essere incoraggiate a sviluppare nuove competenze, a condividere le conoscenze all’interno dell’organizzazione, in modo da essere preparati a fronteggiare le nuove sfide che presenta il mercato. Solo così si genera l’innovazione e si contribuisce all’evoluzione dell’azienda.