In che modo i Big Data possono aiutare il nostro business?

Tra le professioni più richieste degli ultimi anni, quella del Data Analyst continua ad avere una corsia preferenziale nel mondo del lavoro. Si parla di dati: chi ci lavora ha competenze molto specifiche che consentono un’analisi approfondita di grandi quantità di dati, che possono rivelarsi necessari per la definizione di strategie di mercato e aiutare concretamente lo sviluppo del proprio business.

Cosa sono i Big Data?

Per Big Data si intende una mole di dati così estesa in termini di volume, velocità e varietà da richiedere tecnologie e metodi analitici innovativi per raccoglierli, analizzarli e trasformali in conoscenza. Ogni volta che usiamo internet sul nostro telefono, dal nostro tablet o da un laptop, riceviamo e scambiamo informazioni, lasciando su di esse una sorta di impronta digitale. I big data sono raccolti da tantissimi software. Anche la nostra casa è spesso piena di oggetti che raccolgono informazioni che, insieme, formano quella che viene definita Internet of Things.

Non solo Google, Amazon, Bloomberg o altre aziende che basano il loro modello di business su queste tecnologie; avere un approccio data driven è diventata una necessità gestionale.

Perché sono utili per il tuo business?

L’analisi di dati è un processo complesso che mira ad estrapolare modelli nascosti, correlazioni, trend e preferenze dei consumatori; utilizza elementi come la modellazione predittiva e gli algoritmi statici per permettere alle aziende, tramite software, di prendere delle decisioni strategiche. Nel dettaglio, i big data permettono di:

Anticipare tendenze;

Abbattere i costi;

Incrementare le vendite;

Migliorare l’engagement con i clienti;

Conoscere i competitor e il mercato di riferimento.


Permettono di fornire un servizio clienti migliore, creare campagne di marketing personalizzate e intraprendere altre azioni che nel concreto possono aumentare entrate e profitti. Ad esempio, studiare l’andamento di un determinato prodotto influisce sui modelli di business in modo prospettico e crea quindi un vantaggio competitivo sul mercato.
Nel 2001, Doug Laney, allora vicepresidente e Service Director di Meta Group, inaugura un modello passato alla storia come le 3V dei Big Data.

Secondo questo paradigma, i Big Data avrebbero tre caratteristiche, ma nel tempo si sono arricchite.

Oggi si parla delle 5V:

1.Volume: si riferisce alle enormi dimensioni dei Big Data. Basti pensare che, solo per fare un esempio, ogni minuto si registrano 69mila job application su Linkedin, 28 nuove canzoni su Spotify e 347mila storie su Instagram.

2.Velocità: non si tratta tanto della velocità con cui i dati vengono generati, quanto della velocità con cui vengono trasmessi. Se oggi è possibile ordinare un prodotto online e riceverlo 24 ore dopo è solo grazie alla rapidità con cui un semplice click genera a sua volta una transazione bancaria o un ordine a un magazzino.

3.Varietà: la molteplicità dei Big Data si riferisce sia al loro formato (i dati possono essere numeri, immagini, stringhe di testo, video, etc.) sia alla loro fonte.

4.Veridicità: i dati devono essere affidabili e di “qualità”.

5.Valore: il patrimonio informativo che sta dietro ai dati rappresenta una ricchezza enorme per le aziende che devono imparare a sfruttarla integrando i migliori strumenti.

Se anche tu vuoi entrare in questo mondo di dati e imparare a come maneggiarli dai un’occhiata al nostro corso introduttivo!

Si apprenderanno i principi del Data science in riferimento al trattamento dei Big Data, attuali e futuri, per permettere a tutti i collaboratori aziendali di percepire l’estrema importanza del trattamento scientifico di questi dati, che può consentire, e che consentirà sempre più, di ottenere benefici per le strategie aziendali.